Festa dei Ceri - Gubbio 15 Maggio

Le Pubblicazioni

Altra dimostrazione dell’impegno della Famiglia nel campo della ricerca e della divulgazione riguarda Ie pubblicazioni da essa curate o alle quali ha contribuito in varie forme. Consapevoli che Ia ricerca storica è fase essenziale della tutela della Festa nella sua corretta ricostruzione, siamo riusciti – perché no pioneristicamente – a portare all’attenzione degli Eugubini, pezzi fondamentali della nostra storia locale. Alcune foto dei concorsi sono state recentemente riversate in un DVD pregevole commento del Santantoniaro Marco Marchetti.

Via ch’Eccoli…i Santantoniari

E’ il 14 maggio 1976 quando nella taverna dei ceraioli di Sant’Antonio viene diffuso un nuovo opuscolo dedicato alla Festa dei Ceri. E’ “Via ch’Eccoli,.. i Sant’Antoniari”, pubblicazione che riporta in auge la vecchia testata “Via ch’Eccoli” del 15 magglo 1939. Gli animatori dell’iniziativa furono Giorgio Gini, Gianfrancesco Chiocci, Pietrangelo Farneti e Gioacchino Cancellotti. L’opuscolo si distinse per l’irresistibile verve ceraiola e anche per soluzioni grafiche rimaste inimitabili (come il formato a “cero” del 1977,o quello a “fazzoletto” del 1978, o a Campanone del 1979).

I desideri del… maialino
– un altro viaggio in Egitto, alla ricerca de lo stalletto mio…
– cavallo dindo per futuro capitano Peppe «beatiful», poiché lo stalliere è già trovato «silvano e biondo».
– che la cavalla de S. Giorgio la smettesse de magnà fagioli, perché standoie sempre a le «tacche» n’ se resiste.
– che Fefé dopo aver fatto tante donne per S. Antonio, rimedi qualche omo pe’ ‘l Cero.
– de truà ‘nna scrofa giù lo scortico…
– che nco’ l’aria che tira i Santoniari ‘n decideno de famme ‘n porchetta…

Le nostre mute
Nell’aula “Mangia” dell’Argentina, in un clima sereno ed obbiettivo, nell’intento di stabilire la “disposizione logistica e tattica delle mute”, si sono riuniti, all’insaputa dei ceraioli, i capimuta. Erano cento…
Moderatori dell’assemblea, con voce gradevole e suadente, il Cippe e Motomme de Ragno.
Non hanno volato mosche… ma solo tavolini. A destra si son visti Ontano e Staffici che, dandosi del Lei, si scambiavano opportuni convenevoli. A sinistra, Leo e Acciaio sostituivano amorevolmente le punte del Corso con quelle del Pisciatoro. Al centro conferenza del Pacio sul tema: “Amarcord”. Nei bassifondi, calmo e placido mugugnava Romeo…
Con baci cd abbracci Sorcino ha promesso tutto il suo aiuto a Loris (su la Ficara). Tra i più calmi, in evidenza, Pelcaprume, Ivo, Scelba, Leo, Sergio e Bagagli appresso,
Il Capodieci, stupito per l’idilliaca imprevedibile armonia, invitava i convenuti a prendere la parola.
Dopo che, timidamente, ognuno ebbe detto la sua, e dopo il decollo di altri tavolini, si è all’unanimitaà deciso:
«I ceraioli saranno suddivisi in base all’età. Dal 25 al 50 anni potranno, dietro domanda, portare i Ceri Mezzani. In una prossima riunione, verrà stabilito se gli ultracinquantenni, con il permesso dei genitori e di Mario de Coppo, potranno portare i Ceri piccoli…».

Come nacque l’idea del Giro del Giardino
Il nostro inviato al seguito di un turista che ha assistito alla “Corsa dei Ceri” con telegramma-lettera ci comunica quanto è riuscito a farsi raccontare:
«Arrivato Gubbio ore 11. Andato cercare dottore vacche. Trovato casa, moglie dottore detto correre Piazza Grande. Arrivato tardi. Ancora grande confusione. Trovato dottore – lui infuriato – spiegatomi come vedere corsa almeno sera. Ore 17,30 – come lui detto – essere andato colonne Barbi. Ore 18 vista processione con pochi preti e meno gente. Ore 18,05 urli e grande bolgia. Avuto spinta finito terra dentro portone. Rialzato seguo gente, come detto dottore. Mi sperdo vicoletti. Finalmente raggiungo monumento Fante. Domandato se visto passare Ceri risposta “Cocco mio arrivato tardi”. Seguo gente come detto dottore sino Piazza Grande. Impossibile arrivare: ganascioni, spintonate, calci. Finimondo. Gente torna verso Fante. Tornato anch’io: guardare verso monte, come detto dottore. Vedere solo pini. Salito macchina tornato casa: per vedere Ceri comprato cartolina».

4 chioppi… 4 storie…
Anno 1971 (caduta in Piazza Grande)… la muta dei colonnelli…
Anno 1972 (caduta sul monte): il Cero rovina a terra Ermete cosi commenta «Lasciatelo tolì porca … n’ lo vedli che n’ vole gì su!»
Anno 1974 (caduta sui pini): «Abbiamo uomini e mezzi!» disse il Conte sul Monte. Rettifica il Castrino dopo la noce «a… a… abbiamo mezzi-uomini!»,
Anno 1975 (caduta sui Consoli): La vendetta di Sandokan…

Prossimamente:
Furia infernale: la corsa
Gioventù bruciata: quelli dell’Alzatella
L’ultima méta: il pisciatoro
Metti una sera a cena: ‘nzino
Il cavaliere del mistero: S. Giorgio
L’angelo azzurro: il Ciuettone, nostro tipografo
Il piffero magico: Lele de Pirro
Il ruvido e il liscio: il burino e il marchese
La giornata balorda: le elezioni
Gigante, pensaci tu: Silvioli
Giò Condor: Bettello
Il seme dell’odio: Romeo e Leo
Motom maledetto: Piero de Ragno
I magnifici piccoli superman: i Brutanelli
Lascia fare a Giorgio: Antonialie
Il clan dei calabresi: L’ospidale
Siamo tutti assassini: i Santantoniari.

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Le nostre cene
Addì 17 gennaio 1977.
Tanto per cambià eravamo dalla Poccetta, ex Pocciona. Menù scelto dal Pacio e dal Sor ACI per malati appena dimessi dal nosocomio (a base di macco, polenta, zampetti, cotiche, miacetto).
Come omaggio al maialino, finito questa volta in tegame e non nella solita porchetta, mortaretti pirrotecnici che servivano anche per confondere gli sfoghi d’aria delle nostre rinomate chiarine.

D’improvviso la transoceanica idea: «Volemo chiama Adelaide?».
«Quanto vole? 3000 lire al minuto».
Commenti: «Va giù lo scortico che arrisparammi!», «Ma st’Adelaide dovria esse bona ‘mbel po’!».
Il Burino: «Al solito ‘nnete capito niente: Adelaide sta giù da Nello in Australia; chi… chi je telefonamo».
Sip contatto avvenuto (Pocciona ore 22,30 – Adelaide ore 6)
«Pronto chi sij e que fai?».
«So’ Nello ed ero sul Bughetto!».
«’Npo l’esse me parghi a Cipoleto tanto se sente bene!».
Stacco musicale al suono del «mazzolin dei fiori» cantato in coro tra i due capi del telefono misto a tanti «Evviva S. Antonio!». Poi l’attesa domanda: «St’anno arvenghi? Diccelo!». Il Pirrotecnico tra la mischia «Diccelo, Diccelo perche ancora ‘nn emo deciso dua fallo cade!».
La cena poi termina con 12 ubriachi, 40 così e così e con i soliti lanci della banda del Lepre. Danni alla Poccetta rimborsati a parte.

I “Botti”
Del ’76 appena dopo il Via sem caduti a Santa Maria, poco più avanti è argita male sem’ penduti giù l’Ospidale. Correvamo forte, correvamo fino em’fatto la barba anche ta ‘n pino. E su la cima del colle eletto sem’ caduti su l’Angioletto. Del 77 la Corsa è vicina, i giorni contati chissà dua arcadranno sti alcolizzati?

Botta e risposta

D: «Ma questo primo capitano è del posto?
R: «Lu’ si; ma gli occhi ‘en de fori!».
D: «Arviene Nello st’anno?».
R: «No, st’anno ‘l famo cade da soli!».
Al termine di una delle ricorrenti cene:
D: «Ghinicio, c’alcosa per arfamme la bocca…»
R: «’Nna martelata!»
D: «Ma questo Sindaco cià intelligenza?».
R: «Si, fori dal Comune!».
D: «Elvezio l’ha scopata la Taverna?»
R: «Si, ma ‘n dite niente, sjnnò arsucedono le guerre puniche!».
D: «C’e turismo a Gubbio?».
R: «Mbel po’, nonostante l’Azienda!».
D: «Perche tanti Santantoniari andranno a Jessu?».
R: «Per poté pjà ‘l Cero!».

Glossario Santantoniaro

PISCIARELLA: Effetto ultimo del nervosismo e dello stress che colpisce i ceraioli negli istanti precedenti il «via ch’eccoli» costringendolo ad una scarsa e rapida innaffiatina al primo cantone.
MUTE: Gruppi di 8 o più ceraioli precedentemente organizzati in serene ed amichevoli riunioni serali che garantiscono al 100% l’ottima riuscita della corsa del nostro amato Cero…
CEPPI: Parte centrale della barella dove vengono collocati d’ufficio i ceraioli più «coioni» e brutti che disdegnano ogni forma di pubblicità fotografica da tramandare ai posteri..
PUNTE: Estremità della barella dove generalmente si collocano spontaneamente i ceraioli più furbi e più belli che accettano e anzi ricercano ogni forma di pubblicità fotografica da tramandare ai posteri. (Cfr. Archivio Fotografico della «Famiglia dei Santantoniari»)…
BRACCERE: Individuo che per la sua irrilevante statura (m. 1,50 circa) è costretto alla emarginazione. Tarpato nelle sue aspirazioni ceraiolesche sfoga la sua rabbiosa e cocente passione avvinghiandosi spasmodicamente ai fianchi del povero ceraiolo che ne riporterà lo spappolamento del fegato, della milza…
PENDUTA: Movimento più o meno accentuato, oscillatorio volontariamente impresso al Cero per rendere ancor più entusiasmante ed avvincente la corsa…
CADUTA: Eccesso di zelo da parte di uno o più ceraioli nel loro intento di creare suspense fra i turisti. Quest’azione si conclude con un’indagine capillare e rabbiosa tesa ad individuare i promotori che vengono immediatamente lapidati nella Taverna…
R.A.C.: Frangia estremista di appartenenti al Cero che per le loro particolari doti vengono utilizzati solo nei punti più ardui e più gloriosi della corsa (vedi ‘l Pisciatoro, l’Alzatella e negli anni a venire l’Alfreda e i Giardini)…

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Piccola Pubblicità
– A titolo sperimentale per i propri soci l’ACI ha istituito un soccorso gastronomico presso la sua delegazione eugubina. Per matrimoni, cresime e banchetti notturni rivolgersi SocCodignonACI.
– L’E.O. ha bandito un concorso, per titoli ed esami, per ricoprire i 30 posti lasciati temporaneamente vacanti dall’ultimo carico di siculi, che ha felicemente svernato.
– Cedo brevetto per tempera ferro con anciate vino. Rivolgersi Balenella Vulcano.
– Copisteria prossima apertura causa mancanza idee assumerebbe sangiorgiaro con famiglia, pratico copiatura iniziative altrui.

QUELLA «BOTTONA»… DEL CERO
10 ANNI: 10 BOTTI 10
(Storia di un decennale di perversione e di vita intensamente vissuta)
– Dopo un anno di strenua resistenza ha ceduto nel ’69 una sola volta alle voglie dei CONSOLI.
– Al mal riuscito tentativo di tornare, almeno per un anno, sulla retta via, nel ’71 è costretta dalla violenza del regime della «muta dei Colonnelli» a cedere pubblicamente in piazza, rinnovandovi la moquettes.
– Nel ’72 ha perso completamente la testa per un aitante fusto di conifere.
– Si astenne nel ’73 perché indisposta.
– Nel ’74 non ha resistito dopo una astinente corsa all’ultimo fusto d’acacie.
– Un anno dopo senza ritegno si concede sin dalla prima ora (su l’Alzatella) ci prova gusto e ricade al fascino dei CONSOLI.
– Attratta dal soprannaturale nel ’76 tocca i vertici del sublime, giacendo con S. Maria e l’Angioletto.
– Al termine di un decennio di perversione torna al primo amore con i CONSOLI e con slancio indicibile: due senza arcavallo…. dalla mala via.

Previsioni del tempo
Bollettino meteorologico emesso dall’osservatorio di Tillino.
Sj nno smette da piove ‘st’anno ciàvremo ‘l grano a petto d’omo e le fave al paro del culo.

Detto

E come disse de Marcaccio Pietro:

«Sant’Antonio è l’ultimo ma ènno st’altri che je stanno dietro».

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Tornerà presto il sereno.
In Anno Domini millesimo novecentesimo octantesimo trionferanno le tradizioni la cultura, la giustizia, la moderazione, le buone maniere, la poesia, l’umana solidarietà, la comprensione, la diplomazia, la riservatezza, la sensibilità, il tatto, il garbo, la PACE.
Saranno infatti (1° e 2°) capitani il Cagnara e ‘l Tacche.

Avviso Turistico
Aderendo alle direttive e raccomandazioni dell’imperante CASINO (Confederazione Autonoma Sorveglianti lndipendenti Non Operanti), i Custodi Eugubini onde prevenire furti, vandalismi e rotture varie, hanno deciso di non aprire ai turisti.
Per ulteriori informazioni rivolgersi: Teatro Romano, Palazzo Ducale, Chiesa Santa Maria Nuova e Vittorina, Duomo, Museo di San Francesco, Casa di Sant’Ubaldo.

Brevetto
Il Restaurant Museum – Hotel “Palace dei Consoli” è stato dotato di un nuovo discensore. L’ingegnoso brevetto, opera del soliti ignoto architetto, prevede una finestra, un sistema d’allarme disattivato e una corda scorrevole (per dove rivolgersi per il tipo di nodo ‘sta volta ‘n ve dimo ‘n c…). Madrina della cerimonia inaugurale la Madonna del Melograno.

Cercasi
Testata per adozione «Via ch’eccoli 1980». Le testate di Cecè e del Billo non sono disponibili.
Vendesi «Chiami» vivi con i quali dotare il «capanno-nocetta» recentemente allestito in zona semaforica di passo. Le varietà offerte sono: i passeri, anche montani, i ciuicchi, il piccione, lo gnu, il ciuettone, il picchio e il gaggia. I cardellini femmine non sono disponibili perché, da tempo, impegnate al richiamo di altri passi.

Proposte
Le abbiamo più e più volte avanzate anche da questo fogliaccio. Nessuna è stata a tutt’oggi, non diciamo accolta ma nemmeno presa in considerazione. Un successo… della nostra Famiglia. E non scherziamo. Che se fossero state accolte, poteva venirci il dubbio sulla loro validità…
Nel riconfermare quanto scritto e proposto relativamente al 14 e 16 Maggio, a Toponomastica, Monumenti ed Addobbi, protezione dei Ceri all’interno della Basilica, (tutto ancora valido ed attualissimo) rimanendo ancora in attesa delle risposte alle domandine formulate nei numeri precedenti del fogliaccio, osiamo proporre che, per rimediare al casìno delle Taverne, se ne allestiscano delle altre, anche da parte di Enti, Associazioni che, fanno parte dell’organizzaizione (Comune, Azienda, Maggio Eugubino, Muratori, Balestrieri e Sbandieratori…) un po’ di casino per uno ‘n fa male ai nisciuno…

Stelloncino
O forestiero che venghi a la Festa
batte le mani ma atento a la testa!

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Satira

Nella nostra Festa ciò che unisce di più è la “congrega” o “ghenga”, che è una vera e propria “banda” di amici uniti dalla stessa fede ceraiola. Non per vantarsi ma al riguardo penso che i Santantoniari siano una razza “superiore”. La caratteristica-base della “congrega” è l’umorismo, le battutacce (anche pesanti), scherzi e “frecciate” a più non posso. Nel 1976 dopo anni che non veniva più pubblicato “Il Ceraiolo” fu proprio grazie alla Famiglia che uscì il “Via Ch’eccoli i Santantoniari”. Pubblicazione che, oltre una parte seria, aveva anche una parte goliardica e di satira. Da allora 4 numeri rimasti nella storia. Il primo a manifesto, il secondo a panottolo, il terzo a fazzolettone e l’ultimo a Campanone. E poi? E poi come autoironicamente i Santantoniari scrissero «vista la solita immancabile “armessa”» si pensò bene di allargare il “Via Ch’eccoli” che diventò organo ufficiale di tutte e tre le Famiglie e Università Muratori. Per il momento in questa sezione “Satira” è riportato il meglio del “Via Checcoli i Santantoniari” con il tempo ci ripromettiamo di arricchire il settore con materiale riportato da altre fonti. Oltre al “Via Ch’eccoli” prenderemo il meglio da altre pubblicazioni ed infine ci sarà anche “detti e contraddetti” frasi sentite e mai pubblicate che (speriamo) vengano continuamente aggiornate. In ultimo una raccomandazione: parecchie frasi ironiche specie quelle datate sono per eugubini esperti o ceraioli consumati. Sarà difficile per il giovane navigatore su internet ma non “navigato” come conoscenze, riuscire a captare il senso di alcune battute. Accontentatevi di leggerle e cercare di capire. Come recitava una famosa pubblicità, questa sezione di “Satira” è: «per molti ma non per tutti!».

 

Il Ceraiolo Santantoniaro

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Locandine anni passati Vejone