Saluto del Presidente Alfredo Minelli

Saluto del Presidente a tutti i Santantoniari

Carissimi Santantoniari tutti

Oggi è un giorno particolare per me, perché mi appresto a lasciare il timone della Famiglia dopo tanti anni. Un giorno carico di emozioni , di pensieri e di ricordi, come potete tutti immaginare.

Non voglio fare bilanci, tanto meno economici o formali. Voglio solo salutarvi dicendovi quello che il cuore mi detta, semplicemente e lealmente. Sul mio operato non dico nulla perché spetta a voi valutarmi e io mi rimetto al vostro giudizio, assicurandovi che ho fatto del mio meglio, cercando di evitare i nostri peggiori nemici che sono i dissidi, i conflitti, la perdita di autenticità, il tradimento del nostro modo di essere. Se mi guardo indietro e se penso a come eravamo  e come siamo oggi la mia più grande soddisfazione è che siamo sempre gli stessi, con gli stessi desideri dello stare insieme, con gli stessi sentimenti da condividere, la nostra ironia,  l’ amore puro per il nostro Cero, il  perpetuare le tradizioni cercando di  ritrovarci in esse senza fine,  in un passaggio di mani ideale tra generazioni diverse che si susseguono. Non essere cambiati è il primo valore positivo. Il secondo è l’avere lavorato insieme. Nel ringraziare tanti che hanno  condiviso  con me questa strada c’è anche il riconoscimento della fedeltà ad un nostro modo di essere, che è quello di arretrare con i protagonismi per favorire il gruppo, l’esaltazione del NOI rispetto all’IO. Nella Famiglia ognuno di noi si perde per diventare altro, fuso nel gruppo di cui è parte, cellula che rende vitale il corpo intero. Su questo penso proprio che possiamo esserne orgogliosi, dato che il mondo contemporaneo viaggia in direzione opposta. La terza soddisfazione che porto nel cuore è quella di  avere superato varie difficoltà, compresa quella di avere fatto transitare la Famiglia oltre la riforma del terzo settore. Sembra una questione solo burocratica, ma in realtà è stato un passaggio epocale, difficile, come il covid,  e per il quale ho avuto aiuto prezioso da tanti e che ha messo la Famiglia al sicuro da inconvenienti di vario tipo.

Infine un sincero ringraziamento a tutti i Santantoniari e le Santantoniare per avermi consentito di vivere questi anni  con un incarico così prestigioso e cosi esaltante. Senza di voi non l’avrei potuto fare, e senza l’aiuto prezioso di tanti non l’avrei potuto fare in questo modo da chi si è messo a disposizione a partire dai consiglieri che si sono succeduti in questi anni a quelli che hanno dato il loro contributo nell’organizzare le manifestazioni legate allo statuto  ad adoperarsi in cucina  a servire a tavola  a organizzare la taverna   e la nostra Banda Santantoniara.

E adesso un pensiero a chi mi seguirà e a chi prenderà il timone in mano. Lasciare spazio, soprattutto  ai giovani, è giusto e sano, e  io sarò  pronto  a consigliare, a supportare con umiltà e fede. Lancio al futuro, con tutta l’energia possibile,  tutto quello che è il nostro patrimonio, un modo di vivere e di condividere, di fare che ci distingue, che è fedele alla nostra tradizione. E ricordo a tutti che la Famiglia non è mai venuta meno ad un modo di concepire il suo ruolo,  usando un modo coerente con quello che eravamo, e che volevamo essere, anche in quella che fu definita la Sacra Follia. Non siamo diventati né un associazione elitaria, né un  ristorante. Siamo altro, e lo siamo veramente: nella nostra capacità di supportare la Festa senza fare invasioni di campo, nella nostra attività di promozione culturale, nella nostra capacità di riunire, di condividere, di aiutare, di dare solidarietà agli  altri. Siamo rimasti fedeli alle nostre origini e siamo andati avanti. E possiamo anche dire adesso ai nostri vecchi fondatori che  non abbiamo tradito lo spirito con cui l’hanno fondata e che  spero vedano ancora oggi. GRAZIE

                                                                                                                    Alfredo Minelli